Autore Redazione
lunedì
6 Giugno 2016
22:00
Condividi
Cronaca - Alessandria

I Carabinieri celebrano i 202 anni dell’Arma. “L’orgoglio e l’emozione” del Comandante provinciale [VIDEO]

I Carabinieri celebrano i 202 anni dell’Arma. “L’orgoglio e l’emozione” del Comandante provinciale [VIDEO]

ALESSANDRIA – Con “orgoglio di militare e profonda emozione personale“, il Colonnello Enrico Scandone lunedì ha celebrato, per la prima volta da Comandante provinciale, il 202° Anniversario dell’Arma e accolto “con grande onore alla Caserma Scapaccino di Alessandria anche il Comandante della Legione Carabinieri “Piemonte e Valle d’Aosta”, il Generale Gino Micale.

Alessandria, ha ricordato il Colonnello Scandone, non è solo una delle prime sei città in cui i Carabinieri sono stati chiamati ad operare fin dal 1814.  Il capoluogo è anche la città dove il Comandante ha trascorso parte della sua infanzia seguendo il padre, anche lui Ufficiale dell’Arma. Proprio alla “Scapaccino” nel 1978 Giuliano Scandone, all’epoca al comando della Compagnia di Alessandria, venne premiato con “l’encomio solenne” per aver individuato i responsabili di una rapina a mano armata da svariati milioni, messa a segno nell’agosto del 1976 in una oreficeria di Valenza.

Una cerimonia che da bambino l’oggi Colonnello potrebbe aver seguito da una delle balconate che si affacciano sul cortile della Caserma di Alessandria, da dove lunedì  tanti altri giovani hanno assistito alla consegna delle ricompense ai militari che si sono particolarmente distinti in servizio: l’enocomio al Mar. Cosimo Cicero, Comandante della Stazione di Valenza, che “con elevata professionalità e acume investigativo” ha coordinato e partecipato alle indagini che hanno permesso di arrestare i tre autori di una rapina a mano armata in un laboratorio orafo e denunciare altre sei persone, l’encomio al Mar. Roberto Di Stefano, Comandante del Norm della Compagnia di Novi Ligure che “con indiscussa professionalità  e profusa passione” per 14 mesi ha operato nella missione “Eupol” in Afghanistan in un contesto particolarmente difficile e caratterizzato dalla costante minaccia terroristica, e l’elogio all’App. Luca Oliveri della Stazione di Arquata Scrivia, che con “altissimo senso del dovere e non comune spirito di sacrificio” ha partecipato alla missione Nato-KFOR “Joint Enterprise” in Kosovo.

 

Altrettanto importante è stato però il lavoro svolto da tutti i 700 militari che operano sul territorio provinciale, inquadrati in un Reparto Operativo, 5 Compagnie e 56 Stazioni. Un impegno quotidiano che si è tradotto in  3500 reati scoperti, nell’arresto di 420 persone e in oltre 3000 denunce. Tra i successi degli ultimi mesi c’è certamente la recente indagine che in sole due settimane ha portato all’arresto dei responsabili dell’agguato all’imprenditore edile della Fraschetta sulla tangenziale di Spinetta o l’operazione che, in sinergia con gli agenti della Polizia di Stato, aveva permesso di individuare gli uomini che crivellarono di colpi un bar e una palazzina al quartiere Cristo di Alessandria. Nel quotidiano dei 700 Carabinieri della provincia ci sono però centinaia di altre attività che magari non guadagnano le prime pagine ma che alimentano l’affetto dei cittadini verso l’Arma e contribuiscono a diffondere la cultura della legalità. Senza clamore ma con lo stesso senso del dovere, i Carabinieri della provincia hanno incontrato 3700 studenti della provincia, sono entrati nei circoli per anziani e sono persino saliti sul pulpito delle parrocchie per mettere in guardia i cittadini dai truffatori. Un’attenzione che ha portato alla denuncia di 42 persone e a due arresti in flagranza. I risultati positivi dell’ultimo anno, conseguiti seguendo l’indirizzo dettato dal Prefetto e in sinergia con tutte le altre Forze dell’ordine, con i Magistrati di Alessandria e Vercelli e anche grazie alla collaborazione delle amministrazioni locali, ha ricordato ancora il Comandante provinciale, non possono però far abbassare la guardia. “L’impegno non verrà meno”, ha garantito il Colonnello Scandone, rivolgendo quindi un pensiero affettuoso alla moglie Roberta e ai figli Benedetto e Fabrizio. Loro, così come i famigliari di tutti i militari dell’Arma condividono ogni giorno i sacrifici dei Carabinieri, sopportando ansie e paure di un mestiere che occorre compiere “fino in fondo, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi perchè è in ciò che sta l’essenza della dignità umana”. Nelle parole di Giovanni Falcone, scelte per chiudere il suo discorso, per il Colonnello Enrico Scandone c’è il profondo significato del “sacrificio dei servitori dello Stato“, del Maresciallo Capo Silvio Mirarchi ucciso il 31 maggio a Trapani e di tutti i caduti dell’Arma che “hanno tracciato una strada maestra che siamo chiamati a seguire”

Condividi