Autore Redazione
lunedì
30 Gennaio 2017
15:06
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Cronaca - Alessandria

Il Cociv ricorre al Tar contro l’ordinanza che ha sospeso i conferimenti a cava Clara e Buona

Il ricorso, che chiede anche il risarcimento dei danni, è stato notificato questo lunedì mattina. Il sindaco, ha spiegato, non ha comunque intenzione di ritirare l'ordinanza fino alla già fissata riunione del 1 febbraio
Il Cociv ricorre al Tar contro l’ordinanza che ha sospeso i conferimenti a cava Clara e Buona

ALESSANDRIA – Il Consorzio Cociv ha presentato ricorso al Tribunale Amministrativo regionale per il Piemonte contro il sindaco e presidente della Provincia di Alessandria, Rita Rossa, anche in qualità di Ufficiale di Governo, contro il Ministero dell’Ambiente, la Regione Piemonte, Arpa e Rfi per ottenere l’annullamento dell’ordinanza sindacale con cui  era stata disposta la sospensione dei conferimenti di materiale di scavo proveniente dai lavori del Terzo Valico nella cava Clara e Buona.

Il ricorso, che chiede anche il risarcimento dei danni subiti per la sospensione dei conferimenti, è stato notificato questo lunedì mattina al sindaco Rossa.

Sono stupita ha dichiarato il primo cittadino – in quanto attendevo la riunione, già in calendario per mercoledì 1 febbraio, a Torino, per avere elementi di rassicurazione ulteriore nei confronti della cittadinanza. Ero e sono perfettamente consapevole che ARPA e Regione avevano certificato il non avvenuto danno ambientale dalle esondazioni del Bormida del novembre scorso e che la Regione stessa aveva attestato che l’argine di separazione tra la Clara e Buona e il Bormida poteva essere costruito contestualmente alla ripresa dei conferimenti nella cava”.

Ho ritenuto tuttavia – continua il sindaco – che su un argomento così delicato fossero necessarie tutte le verifiche del caso, rinviando il ritiro dell’ordinanza alla riunione del 1 febbraio, nella quale tutti gli attori della vicenda (COCIV, Regione, ARPA, RFI), avrebbero esposto le loro posizioni e ulteriormente rassicurato la sottoscritta e la popolazione che rappresenta. L’ordinanza è un atto concreto per esprimere le preoccupazioni e l’esigenza di trasparenza di una popolazione e non è mia intenzione revocarla prima della riunione del 1 febbraio e delle valutazioni sulle sue risultanze”.

 

 

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