Autore Redazione
mercoledì
16 Settembre 2015
22:00
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Politica - Alessandria

Casale lascia la sede dell’Asl ad Alessandria. I sindaci ora al lavoro per “approfondire” i piani di Asl e Aso  

Casale lascia la sede dell’Asl ad Alessandria. I sindaci ora al lavoro per “approfondire” i piani di Asl e Aso  

AGGIORNAMENTO: Pubblichiamo nota del sindaco Rita Rossa con una precisazione rispetto all’elezione del Presidente e Vicepresidente della Conferenza dei Sindaci ASL AL. “Vorrei precisare che la lettura dell’elezione secondo la quale vi sarebbe stato un “avvicendamento” tra Alessandria e Casale Monferrato non è corretta. Il Sindaco di Alessandria non era infatti Presidente della Conferenza dei Sindaci ASL AL, ruolo ricoperto fino alla scadenza del mandato da Pietro Gazzaniga. Ho presieduto l’assemblea del 16 settembre in quanto Presidente della Rappresentanza dei Sindaci dei Comuni Centri-zona e Presidenti di Distretto”.

 

 

ALESSANDRIA – Nella “politica della sanità” vale ancora l’antica forma contrattuale del “do ut des”. Durante l’assemblea dei sindaci di mercoledì, Casale, con l’assenso di tutti i cento primi cittadini presenti, ha passato la sede legale dell’Asl ad Alessandria. Un trasferimento compensato, però, dalla nomina del sindaco di Casale, Titti Palazzetti, come Presidente dell’assemblea dei sindaci al posto del primo cittadino del capoluogo Rita Rossa. Un’elezione su cui si sono astenuti i sindaci di centro-destra che avrebbero voluto un sindaco di un piccolo comune per far sentire forte la voce delle realtà forse anche più penalizzate dalla riforma della sanità. Voto di astensione sulla nomina di Titti Palazzetti anche quello espresso dal sindaco di Tortona, Gianluca Bardone che “preso atto della convergenza” dei colleghi verso il primo cittadino di Casale ha marcato la sua posizione “di distinguo” dal centro-sinistra per stigmatizzare la mancata attenzione verso il tortonese. Stessa motivazione e posizione, “che nulla ha di personale” ha precisato Bardone, anche per la nomina come vicepresidente dell’assemblea del primo cittadino di Cerrina, Aldo Visca, proposta arrivata dal centro-destra e poi votata anche da diversi sindaci del centro-sinistra.  

Eletti i due nuovi vertici monferrini dell’assemblea, i primi cittadini si sono poi riservati di “approfondire” i contenuti dei piani di riorganizzazione dell’Azienda ospedaliera di Alessandria  e dell’Asl, illustrati  mercoledì dai rispettivi Direttori Generali Giovanna Baraldi e Gilberto Gentili. Anche se  altro è il terreno di scontro su cui alzare barricate, i sindaci non hanno comunque mancato di sottolineare preoccupazioni e disappunto. Stigmatizzato subito il ritardo con cui sono stati trasmessi gli atti, i sindaci hanno quindi deciso di approfittare della “finestra di tempo” ancora aperta fino al 16 ottobre per arrivare a una sintesi di osservazioni e proposte dei vari territori da trasmettere alla Regione.

Tutti i mali”, del resto, nascono dalla delibera di adeguamento della rete sanitaria piemontese ed entro quelle “ineludibili” disposizioni si sono mossi anche i vertici di Aso e Asl per rivedere i loro piani. Una riorganizzazione che ha intanto ridotto a 4 i distretti, attraverso gli accorpamenti Alessandria-Valenza, Novi-Tortona, Acqui-Ovada e Casale. Quattro ambiti territoriali “rafforzati” con 16 unità operative semplici. Questo ha spiegato il Direttore Generale dell’Asl, Gilberto Gentili, per portare “per quanto più possibile la medicina sul territorio” e reinvestire quanto viene tolto a livello ospedaliero in servizi più vicini ai cittadini. Tema caldo, anzi rovente, è però proprio ciò che viene tolto agli ospedali, tra cui le strutture complesse di Cardiologia e Anestesia e Rianimazione a Tortona e Acqui. Reparti trasformati in “strutture semplici” che, per semplificare, svolgeranno attività ambulatoriale o di supporto alla chirurgia e non avranno quindi reperibilità o guardie attive. Gli animi, però, non sono accesi solo ad Acqui e Tortona. Anche l’opposizione casalese si è subito fatta sentire sul taglio di posti letto a Oncologia. Per il mondo medico, però, i tumori  sono ormai “un male cronico” e la “cronicità intasa“. E quindi se taglio di letti deve essere, quello che il sindaco Palazzetti ha chiesto, e che soprattutto “serve a Oncologia”,  è personale medico e infermieristico per ampliare a 30 visite al giorno il Day Hospital. Rimarcata l’importanza dell’Unita Funzionale Interaziendale sul Mesotelioma, il sindaco di Casale non poi ha mancato di sottolineare anche le sue preoccupazioni sul futuro di “Malattie Infettive” per cui, alla fine dell’anno, potrebbe anche profilarsi un primariato con Asti.

In temi sul tavolo sono però tantissimi, tanti quanti le richieste dei sindaci. Fuori dai confini provinciali, però, la sanità sta già cambiando volto e il territorio deve essere rapido e incisivo per non essere travolto dalla riforma e alla fine “morire di campanile”. Un destino scherzosamente, ma anche amaramente, prospettato dal sindaco di Valenza Gianluca Barbero. “Non sono un comico, ma un sindaco disperato che chiede servizi per il suo territorio“. Una Valenza che nel documento è “anche scritta in minuscolo” ha sottolineato con il sorriso il primo cittadino, rivendicando invece con tono serio e diretto servizi di territorio e sperimentazione per portare la sanità a casa dei cittadini valenzani. 

Tatiana Gagliano

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