Autore Redazione
giovedì
21 Maggio 2020
11:12
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Cronaca - Alessandria

Appello della Cgil ai sindaci: “Riattivate servizi per l’infanzia altrimenti le donne pagheranno cara questa crisi”

Appello della Cgil ai sindaci: “Riattivate servizi per l’infanzia altrimenti le donne pagheranno cara questa crisi”

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – La Cgil di Alessandria teme che la fase due oltre ai problemi economici e quindi occupazionali possa portare una ulteriore emergenza, quella legata alle donne. Per molte donne infatti la ripresa delle attività non ha cambiato nulla. Alcune hanno chiesto di poter ridurre l’orario di lavoro, altre hanno richiesto periodi di aspettativa e alcune hanno presentato dimissioni volontarie. Il rischio concreto, denuncia il sindacato, è che “se non si interviene al più presto alla fine di questa pandemia si rischia di avere un numero di donne occupate ancora più basso di quello attuale, peraltro già al di sotto della media nazionale“.
La Cgil per rispondere a questa situazione ha aperto lo sportello “lavoratrice chiama” pensato per dare un supporto e trovare delle soluzioni che permettano di raggiungere un equilibrio fra vita privata e lavoro.

L’attenzione del sindacato nasce dalla richiesta di aiuto di molte lavoratrici in difficoltà nel dover rientrare al lavoro, e che, per effetto delle scuole chiuse e del welfare familiare sospeso (nonni o altri parenti), vedono l’organizzazione familiare in molti casi ingestibile. Per questo molte sono costrette a rinunciare al lavoro aggravando il bilancio familiare e con ripercussione nel tempo sulla situazione economica del nostro territorio.
Lo sportello aiuta le donne ad assumere scelte ponderate ed è stato affiancato da una battaglia per sensibilizzare le istituzioni.
Tutti i sindaci hanno infatti ricevuto dalla Cgil una lettera aperta in cui si chiede il ripristino delle attività legate al mondo dell’infanzia come i centri estivi, le ludoteche, i centri di incontro, i centri diurni per disabili e ogni altra idea che possa essere di supporto e aiuto, con il massimo rispetto delle norme per tutelare la salute di tutte e tutti.

“Chiediamo inoltre – spiega il sindacato – una particolare attenzione ai costi di questi servizi in modo che possano essere accessibili a un’ampia platea e soprattutto risultino adottabili dalle fasce più deboli. Cerchiamo di sensibilizzare i Comuni ai bisogni delle famiglie, ma anche a quelli dei minori che con l’interruzione dei processi educativi e sociali, necessaria per tutelare la loro salute e quella della collettività, hanno perso possibilità di apprendimento e socializzazione fondamentali per la loro crescita e formazione. L’assenza di vita sociale ha nuovamente rimesso al centro il tema del lavoro di cura che continua ad essere svolto in prevalenza dalle donne. Prima della pandemia, nelle nuove generazioni, si era registrato una nuova attenzione a questi temi e anche tra i lavoratori erano aumentate le richieste di congedo paterno. Ora rischiamo che questa emergenza si traduca in un arretramento del difficile percorso di condivisione dei carichi familiari”.

Lo sportello “LAVORATRICE CHIAMA“
è raggiungibile al numero 345 5967016
o alla mail: lavoratricechiama@cgil.al.it

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