15 Aprile 2022
05:07
La Regione dà 400 mila euro alle associazioni pro vita quando la 194 in Piemonte “fa acqua da tutte le parti”
ALESSANDRIA – Lo stanziamento di 400 mila euro per il fondo Vita Nascente, annunciato dall’assessore regionale Maurizio Marrone, non è andato giù a Non una di meno. Soprattutto perché quei soldi, pensati proprio per finanziare le attività delle associazioni pro vita, sono viste dalle attiviste della Casa delle donne come “un’ennesima mancanza di rispetto nei confronti dell’autodeterminazione femminile“. Ma soprattutto non tiene conto della legge 194 che consente alla donna, nei casi previsti dalla legge, di ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza in una struttura pubblica nei primi 90 giorni di gestazione.
Già la Cgil Piemonte si era espressa, con un lungo comunicato, contro questa scelta da parte della Regione spiegando che, “ad oggi non solo a Torino, ma in numerosi ospedali delle provincie piemontesi l’alto tasso di obiezione di coscienza dei medici non garantisce alle donne la possibilità concreta di scegliere l’interruzione di gravidanza”. Ben più dura la posizione invece di Non una di meno: “Marrone fa i suoi proclami usando le nostre vite e i nostri corpi per i suoi squallidi fini elettorali e di posizionamento politico, continuando a parlare di IVG senza avere alcuna delega istituzionale in merito. L’assessore Icardi e l’assessora Caucino (entrambi della Lega, ndr), che avrebbero invece deleghe sulla Salute e sulle Pari Opportunità, restano come sempre in silenzio, acconsentendo e rendendo possibili questi deliri di onnipotenza, a dimostrazione dell’uniformità politica di estrema destra della giunta regionale“.
Secondo Marta Pampuro, di Non una di meno di Alessandria, “questa è l’ennesima mossa da parte della Regione per favorire le associazioni antiabortiste ma soprattutto per non tutelare una legge come la 194 che garantisce e protegge l’autodeterminazione femminile“. Ecco che la Giunta Cirio “dovrebbe tutelare chi vuole un figlio e non chi, per mille motivi che nessuno deve mettere in discussione, non vuole portare avanti la gestazione“. Per Pampuro si tratta di un “ridimensionamento delle donne. Forse Icardi e Caucino dovrebbero intervenire sul territorio per garantire una legge che a oggi fa acqua da tutte le parti“.
Anche la città di Alessandria ha delle gravi lacune. “Basti pensare che su una decina di medici nel reparto di Ginecologia solo due erano non obiettori. Tra questi uno è andato in pensione. Dato che la matematica non è un’opinione, significa che ora c’è un solo medico abortista. Questo crea un enorme problema nel caso in cui ci fossero donne che richiedono l’IGV e questo unico medico non fosse disponibile“. Pampuro spiega inoltre che con lo sportello Non sei sola, quasi ogni giorno Non una di meno riceve telefonate “in cui le donne si lamentano di questa carebnza di medici che praticano l’aborto tante che molte poi sono costrette ad andare fuori provincia o negli ospedali dei centrizona“.
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