28 Giugno 2024
16:44
Syensqo sul biomonitoraggio indipendente: “Studio non scientifico. Fuori luogo il collegamento con Solvay”
ALESSANDRIA – La multinazionale Syensqo è intervenuta dopo la diffusione dei risultati del biomonitoraggio indipendente su 36 cittadini della Fraschetta, coordinato dalle associazioni Ánemos, Greenpeace Italia e Comitato Stop Solvay per individuare la presenza di Pfas nel sangue: dall’indagine è emerso che tutte le persone che si sono sottoposte al prelievo hanno evidenziato concentrazioni superiori ai 2 nanogrammi per millilitro.
“Syensqo prende molto sul serio il tema dei PFAS” ha sottolineato la multinazionale “niente è più importante della salute e della sicurezza dei nostri colleghi e delle nostre comunità locali. Siamo fermamente impegnati per un futuro più sostenibile – e l’eliminazione graduale dei tensioattivi fluorurati e i continui investimenti nelle migliori tecnologie disponibili per ridurre le emissioni nella nostra produzione ne sono la prova” ha sottolineato la multinazionale “Questo tipo di studio non scientifico (come gli stessi autori sottolineano) si concentra su produzioni che sono state dismesse o non sono mai state utilizzate da Syensqo/Solvay. Pertanto, l’associazione fatta con Solvay/Syensqo è del tutto fuori luogo, oltre che inutilmente allarmistica”.
A Spinetta, Syensqo ha ricordato di aver effettuato “più di 5.000 analisi del sangue sui suoi dipendenti negli ultimi 20 anni. I risultati sono stati condivisi in modo trasparente con i dipendenti, i sindacati e le autorità sanitarie. L’Università di Milano ha recentemente concluso che queste analisi non presentano alcun problema particolare dal punto di vista clinico/tossicologico“.
Riguardo le altre indagini citate, Syensqo ha ricordato che
- Come già rilevato a suo tempo, anche il cosiddetto “studio di Liegi” analizza un campione che non può essere considerato rappresentativo della popolazione, e riguarda il PFOA, una sostanza non più in uso a Spinetta, utilizzata da molte industrie fin dagli anni ’40, diffusa nell’ambiente e che può avere molteplici fonti, tra cui l’uso di schiume antincendio.
- Il biomonitoraggio avviato della Regione Piemonte è in fase iniziale e i risultati divulgati non consentono alcuna valutazione ulteriore.
- L’attuale fermo alla produzione e utilizzo di C6O4 è dovuto ad alcune anomalie riscontrate all’interno del sito, che non hanno avuto alcun impatto all’esterno e per le quali, sotto il controllo e in accordo con gli Enti, Syensqo sta ponendo rimedio”.
A proposito dell’ultimo punto toccato da Syensqo occorre ricordare che la Provincia ha ordinato lo stop alla produzione e l’utilizzo del cC6O4 alla luce dei rilievi effettuati da Arpa sulle schiume comparse nella Bormida.