Autore Redazione
venerdì
25 Maggio 2018
01:00
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Cronaca - Alessandria

#Bellesempre10: “Perché arriva il tumore?”

La rubrica di Milly Tasca e gli interrogativi quando si scopre di avere un tumore
#Bellesempre10: “Perché arriva il tumore?”
RADIO GOLD – La nuova puntata di #Bellesempre, la rubrica di Milly Tasca che racconta come ha vissuto il decorso della sua malattia, un tumore al seno diagnosticato a gennaio 2017 da cui è poi guarita, oggi si interroga su un quesito che colpisce chiunque si trovi ad affrontare quella malattia: “Perché è successo?” Ecco la sua riflessione:
Sono abituata a lavoro con il metodo Toyota, un approccio giapponese ai problemi: fai una bella analisi, vai a fondo, scopri la causa radice del problema, trovi una contromisura efficace, il problema è risolto e non si presenta più. Relativamente semplice. Devi solo trovare la giusta relazione causa-effetto. Quando, un anno fa, si è presentato il problema cancro, il mio cervello ha ragionato nello stesso identico modo. Mentre mi lasciavo guidare dalla scienza, io continuavo a pormi domande sul perché fosse successo e cosa avrei dovuto fare affinché non accadesse più. Mi sono informata su tantissime cose, ho messo in discussione il mio stile di vita che comunque già mi sembrava piuttosto sano, ho dato la colpa alla pillola, alla gravidanza, all’alimentazione e allo stress. Ogni strada mi conduceva in un vicolo cieco.
Ho perso il conto di quante volte ho sentito la stessa risposta, da così tanti medici diversi: se sapessimo perché ti è venuto a quest’ora avremmo il Nobel. È stata un’ossessione per me, perché i miei sospetti mi precludevano sogni futuri e progetti, mi è venuto in mente di cambiare città e vita, non voglio che ricapiti, non voglio che capiti a mio marito e mio figlio. Voglio proteggermi, voglio proteggerli.
Poi ho capito che avrei dovuto arrendermi, e io odio arrendermi.
Lasciare affogare quest’ossessione e in compenso pensare a vivere bene e con passione ogni giorno della mia vita.
È angosciante pensare che la vita scorra in un senso unico, per tutti e inesorabilmente verso una destinazione comune, ma prima si scende a patti con la questione, prima ci si distacca da un problema che rimane una zavorra lungo tutto il percorso della vita.
La vita è un treno che si ferma in tante stazioni, c’è chi scende prima e chi dopo, chi addirittura si lancia dal treno in corsa. Nessuno conosce la propria fermata, e nessuno può darci risposte a tal proposito. Fa terribilmente paura ma a pensarci bene farsi prendere dal panico non ha senso, perché non cambia le cose.
L’unica cosa che può fare davvero la differenza nella mia vita è viverla ogni giorno con amore, verso la mia famiglia, il mio lavoro, le mie passioni, verso le piccole cose che mi fanno stare bene, pensando che a tempi grami seguiranno certamente tempi migliori.
Senza zavorre, senza pesi, con quella leggerezza un po’ forzata ma sempre con il sorriso sotto i baffi, come una madre che fa finta di non sapere chi abbia svuotato il vasetto della marmellata.
La consapevolezza c’è, sempre, forte, ma la tengo in un angolo perché non mi serve a nulla mettermela davanti al naso, ho tanto altro di meglio di fronte a me, preferisco guardare un bel tramonto sul mare.
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