Autore Redazione
mercoledì
22 Agosto 2018
00:27
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Eventi - Novi Ligure

Ciò che tutto illumina. Recensione di “La fine di tutte le cose”

Iniziata con un monologo interpretato da Alessandra Frabetti, scritto e diretto da Alessandra Schiavoni, la quarta settimana di Hortus Conclusus, la rassegna nelle corti e giardini del centro storico di Novi
Ciò che tutto illumina. Recensione di “La fine di tutte le cose”

NOVI LIGURE – “Andare oltre le cose” è la frase che ricorre quasi come un mantra in “La fine di tutte le cose”, il monologo che la grande Alessandra Frabetti ha presentato, nel Piccolo  (e, ancora una volta, affollatissimo di pubblico) giardino di Silvana Maumary,  martedì 21 agosto ad Hortus Conclusus, la rassegna ideata e diretta da Andrea Lanza.

Nel corridoio di un pronto soccorso, un luogo estraniante e impersonale, una donna su una sedia a rotelle rilegge, in un flusso di coscienza, la sua vita. il tempo scorre, ma la dimensione pare dilatata, come in un vuoto metafisico dove i soli rumori sono la pioggia e lo sbattere di una grondaia rotta. Gli episodi singoli impressi nella memoria convergono in un punto di vista lucido, che dà il peso ad ogni cosa, va oltre “alla forma, al colore, all’odore”. Così si incastrano i diverbi con la figlia, tanto distratta da non rispondere alle telefonate della madre all’ospedale, i tradimenti del marito sempre amato, le debolezze e la morte di lui. Su tutto, l’amore, forte al punto di superare anche nel ricordo tutto ciò che al suo cospetto diventa trascurabile, e l’amicizia, quella vera, di due donne complici e affini nella diversità.

Alessandra Frabetti incolla l’attenzione con attimi di ricordi trasognati, consapevolezza lucida del presente e momenti ironici che fanno sorridere. La sua voce, la sua mimica facciale e la sua gestualità sofferta contengono le emozioni di un’esistenza e valorizzano il bel testo di Alessandra Schiavoni (anche regista), dandovi una valenza universale. Proprio qui sta il valore aggiunto di “La fine di tutte le cose”: nella profondità di una narrazione apparentemente semplice e nelle sfumature interpretative che gettano una velatura umoristica tra nostalgia, dolore e incomprensioni. Su quella sedia a rotelle sembrano aleggiare tante riflessioni che toccano tutte le età ed è impossibile non sentirsi coinvolti, non sorprendersi a ridere immediatamente dopo una forte emozione e non ritrovarsi di nuovo a pensare di aver vissuto qualcosa di simile.

E’ con serate come questa che Hortus Conclusus si conferma uno scrigno di appuntamenti preziosi, ogni volta apprezzati da sempre più spettatori: senza dubbio una rassegna da seguire. Hortus continua mercoledì 22 agosto, alle 21, nel  Giardino di Palazzo Spinola di Variana in Via Antonio Gramsci 43 di Fiammetta Bollero (Associazione GEA), con  la serata Cinema con Andrea de Rose. Si parlerà e verrà proiettato “La ragazza del secolo” Diretto da George Cukor con Jack Lemmon.

Qui il programma della quarta settimana di Hortus Conclusus

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