Autore Redazione
martedì
14 Gennaio 2014
00:00
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Politica - Alessandria

Tribunali minori: ‘rivedere la riforma per evitare lo sfascio della giustizia’

Tribunali minori: ‘rivedere la riforma per evitare lo sfascio della giustizia’

Offesi, amareggiati e danneggiati i sindaci di Casale e Tortona, Giorgio Demezzi e Massimo Berutti, e il vice sindaco di Acqui Terme, Franca Roso, affiancati dai rispetti Presidenti degli Ordini forensi, gli avvocati Pietro Caire, Enrico Zani e Piero Piroddi, sono tornati alla carica contro la riforma della geografia giudiziaria. Mentre è in via di definizione un decreto correttivo, che dopo una serie di rinvii è ora atteso per la fine di gennaio, i rappresentanti dei tre Comuni travolti dalla riforma hanno mal digerito la “discesa a Roma” del Governatore della Regione Piemonte, Roberto Cota, al fianco dei sindaci di Pinerolo e Alba per cercare di salvare i due Palazzi di Giustizia. “In Piemonte sono stati chiusi 7 Tribunali e 9 sedi distaccate. Sulla base di motivazioni che ci hanno lasciati quantomeno perplessi, Cota ha ancora una volta deciso di recarsi nella Capitale sempre con i soliti due sindaci” ha tuonato Berutti. Tutti i territori piemontesi colpiti dalla riforma stanno vivendo le medesime difficoltà, hanno sottolineato gli amministratori locali e “se si vuole fare un’azione strategica, si deve fare per tutti” ha rimarcato il primo cittadino tortonese. Da qui l’appello a tutti gli altri amministratori piemontesi a “fare fronte comune” per far sentire forte e chiare le ragioni del Piemonte al Governo. Una sollecitazione rivolta anche e soprattutto alla Regione, che insieme ad altri 8 Consigli regionali italiani ha presentato la proposta di referendum abrogativo, sulla cui ammissibilità dovrebbe esprimersi a giorni la Corte Costituzionale. “Posso capire che qualcuno ‘tiri la giacchetta’ – ha aggiunto Berutti – ma Cota deve mettere tutti sullo stesso piano”. La battaglia per chiedere una totale revisione della riforma va avanti da tempo, hanno ricordato i Presidenti degli Ordini forensi di Casale, Tortona e Acqui. Di proposte in passato ne sono state fatte tante e più volte, anche nei mesi scorsi, gli avvocati hanno denunciato tutte le incongruenze di una riforma “spacciata per epocale” ma che avrebbe solo “tirato uno schiaffo in faccia” ai territori costretti a dire addio ai Palazzi di Giustizia. Ormai in fase di attuazione, la riforma non avrebbe portato né a risparmi economici, né all’efficientamento della giustizia millantato dal Governo. I Comuni, hanno spiegato gli amministratori locali, oggi si ritrovano a dover sostenere spese per mantenere la vigilanza e riscaldare edifici praticamente vuoti. Nei Tribunali accorpanti, invece, giudici, avvocati e magistrati “sono praticamente seduti uno in braccio all’altro” e le cancellerie “traboccano di fascicoli”, hanno raccontato i presidenti degli ordini forensi. Nonostante l’ottimo lavoro fatto dai Presidenti dei Tribunali accorpanti, hanno aggiunto, la riforma della geografia giudiziaria ha notevolmente allungato i tempi della Giustizia. Se prima a Tortona si riusciva a fare eseguire uno sfratto in circa un anno, oggi “dopo un anno forse si riesce ad ottenere la prima udienza” ha ad esempio spiegato l’avvocato Zani. Spazzato via “l’equilibrio pressochè perfetto” dei Tribunali minori della provincia da una riforma che avrebbe solo creato maggiori disagi e costi, anche a carico dei cittadini, gli amministratori di Casale, Tortona e Acqui e i presidenti degli Ordini forensi sono determinati a non lasciarsi sfuggire la chance di rivedere l’intera riforma. Il decreto correttivo ha aperto uno spiraglio e ora “serve un’azione politica forte per sostenere le osservazioni tecniche più volte presentate dagli Ordini forensi” ha rimarcato il sindaco di Tortona Berutti. Un appello che parte dal territorio per raggiungere tutti gli amministratori piemontesi e la Regione e arrivare poi a tutti gli altri Comuni italiani travolti dalla riforma. Obiettivo è rivedere il ‘sistema Giustizia’, quantomeno tenendo conto della posizione geografica dei singoli tribunali soppressi. “Ci hanno sempre tacciati di fare una battaglia per il campanile – ha chiosato il Presidente dell’Ordine degli avvocati di Acqui, Piero Piroddi – La nostra, però, è sempre stata una battaglia per l’efficienza, per evitare lo sfascio della Giustizia cui assistiamo oggi”.

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