Autore Redazione
giovedì
17 Maggio 2018
18:45
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Politica - Alessandria

La moschea di Alessandria si sposta: da via Verona a via S. G. Bosco

Delibera del Comune di Alessandria dà il via libera all'operazione
La moschea di Alessandria si sposta: da via Verona a via S. G. Bosco

ALESSANDRIA – La moschea di Alessandria si sposterà in via San Giovanni Bosco, nell’area dove doveva sorgere la parrocchia ortodossa Romena Santo Gerarca Barlaamo di Moldavia. Quest’ultima, si legge nella delibera approvata dalla giunta di Alessandria il 10 maggio dal sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco e dalla sua giunta, titolare del diritto di superficie dell’area in via San Giovanni Bosco non è nelle condizioni di costruire l’edificio di culto e ha quindi deciso di cedere il diritto di superficie alla Comunità dei Musulmani di Alessandria Onlus, intenzionata a realizzare “una sala di culto islamica“. A lavori ultimati quindi la moschea non sarà più in via Verona, dove si trova attualmente ma in via San Giovanni Bosco “risolvendo così i problemi attuali di viabilità, di parcheggio e di assembramento“. Contestualmente la comunità musulmana dovrà provvedere, a proprie spese, a trasformare i locali di via Verona in spazi abitabili e comunque conformi a quanto previsto dal piano regolatore.

L’avvicendamento è reso possibile da quanto previsto a suo tempo nell’atto di concessione del diritto di superficie, risalente al 2011. In quel documento alla Chiesa Ortodossa era stato assegnato il diritto di superficie per 99 anni con la possibilità di cessione a terzi nel caso in cui il nuovo acquirente si fosse accollato tutti gli oneri. Un impegno che la comunità musulmana ha assunto versando 30.400 euro, cifra ritenuta congrua al diritto di superficie per i restanti 92 anni. Il Comune, si legge comunque nella delibera del 10 maggio, non avrebbe alcun interesse a rientrare in possesso del bene anche perché, al momento, nelle poste di bilancio, privo delle somme necessarie per acquisire il bene. Comunque, specifica l’amministrazione, l’acquisizione richiederebbe ulteriori oneri fiscali che renderebbero l’operazione uno “sperpero delle risorse pubbliche“. Per tutte queste ragioni il Comune ha dato il via a tutti gli atti per procedere con l’esecuzione dell’operazione.

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