Autore Redazione
lunedì
1 Agosto 2016
03:29
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Cronaca - Alessandria

La sua auto è diventata l’unico tetto sulla testa: la storia di Giovanna

La sua auto è diventata l’unico tetto sulla testa: la storia di Giovanna

ALESSANDRIA – Per un paio di settimane all’anno è uno dei luoghi più frequentati di Alessandria, grazie alla presenza delle giostre per bambini. Negli altri giorni, invece, in piazza d’Armi c’è solo la Fiat Punto Grigia di Giovanna Mazzù. 62 anni, la donna vive in auto da settembre del 2014, da quando venne sfrattata dalla sua casa di Quargnento. ”Improvvisamente il proprietario mi ha sbattuta fuori di casa’‘ ha raccontato la signora Giovanna a Radio Gold ‘‘ma non perche’ non pagassi. Non c’era motivo. Vivevo in quella casa da due anni. Non sono riuscita nemmeno a portare via tutte le mie cose. Qualcosa ho recuperato ma, ad esempio, ho perso tutta la legna che avevo comprato per 1300 euro, ne avevo spesi 700 per far fare una recinzione. Avevo comprato degli utensili, tutte cose di cui ora non posso piu’ disporre. Del mio caso si sono interessati i Carabinieri, ho fatto una denuncia ma tutto e’ stato archiviato lo scorso settembre. Tra qualche giorno dovrei conoscere le motivazioni.”

Negli ultimi due inverni ha trovato ospitalità al dormitorio femminile ma per tutti gli altri mesi la sua auto è diventata la sua casa. Ex cuoca e giardiniera, da qualche tempo Giovanna non può nemmeno più lavorare per problemi di salute ed è costretta a sopravvivere con appena 290 euro al mese di pensione. Prima di continuare a raccontare la signora Giovanna mette da parte le carte e il suo ”solitario” che stava facendo. Sul suo cruscotto c’è’ anche un pacchetto di sigarette, un altro modo per passare il tempo. Dietro il sedile, invece, la sua ”cena”, una anguria divisa in due. ”Me l’ha data l’ambulante qui vicino” racconta ancora Giovanna abbozzando un sorriso ”di solito alla sera vado alla mensa dei Frati in via San Francesco ma stasera no, senno’ come faccio a finirla?! In tanti mi vogliono bene. Chi mi invita a mangiare, chi mi offre un panino e dell’acqua fresca…” Il suo ”armadio” e’ il portabagagli, il suo giaciglio i sedili posteriori: ”Anche se non sono alta, al mattino mi fa comunque male la schiena, non riesco a stendermi completamente. Pero’ ogni volta che apro gli occhi mi faccio coraggio ad andare avanti.”

Al mattino la sua prima tappa sono i bagni del Pronto Soccorso, per lavarsi dopo la notte trascorsa all’aperto. A pranzo Giovanna va alla mensa della Caritas, in via delle Orfanelle, alla sera dai Frati di via San Francesco. Giovanna non ha parenti ma qualche persona amica si’: ‘‘Ma sono stanca di andare da un posto all’altro, anche perche’ ognuno di loro ha una famiglia. Mi sento a disagio. Sono inserita nella graduatoria Atc, per il momento c’e’ da aspettare.”

Aspettare…un verbo che la signora Giovanna conosce bene. ”Non mi abbatto, non so dove trovo la forza. Cosa rende positiva la mia giornata? L’aiuto delle persone, anche solo di chi si ferma a parlare con me.”

Francesco Conti

 

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