Autore Redazione
martedì
6 Aprile 2021
09:04
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Cronaca - Alessandria

L’Anpi ricorda i rastrellamenti avvenuti tra il 5 e il 6 aprile 1944 nella zona della Benedicta

L’Anpi ricorda i rastrellamenti avvenuti tra il 5 e il 6 aprile 1944 nella zona della Benedicta

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Era la notte tra il 5 e il 6 aprile del 1944. La guerra partigiana si faceva sempre più intensa e i nazifascisti, ormai attaccati su più fronti, volevano sbarazzarsi del nemico più difficile da contrastare, quello interno. Ecco che in quella notte circa 2000 soldati dell’esercito tedesco, affiancati da un reparto di bersaglieri dell’esercito repubblichino, partirono da Voltaggio, Campomorone e Masone stringendo in una morsa mortale la zona della Benedicta.

I nazifascisti erano “dotati di autoblindati, mortai,  artiglieria da montagna, lanciafiamme, mitragliere pesanti e appoggiati da un aereo da ricognizione, contro gruppi di patrioti in parte disarmati“, ricorda l’Anpi. L’esito di quell’azione fu tragico: “147 morti (fucilati sul posto dai militari italiani), 368 arrestati (tra cui molti civili accusati di simpatizzare per i ribelli), molti dei quali deportati nei lager o fucilati in successive azioni di rappresaglia“. Ma anche “casolari bruciati e il complesso della Benedicta minato e fatto saltare in aria. Era l’esito di quella che fu definita la Pasqua di sangue“. In un post su Facebook l’Anpi ha ricordato quella notte sanguinaria che diede un duro colpo al movimento partigiano che agiva tra Liguria e Piemonte senza però spezzarlo. Da lì a un anno, infatti, si sarebbe festeggiata la liberazione dalle dittature.

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