Autore Redazione
martedì
22 Marzo 2016
23:00
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Politica - Piemonte

Il sindacato Nursing Up lancia l’allarma sulla carenza di infermieri

Il sindacato Nursing Up lancia l’allarma sulla carenza di infermieri

PIEMONTE – Il sindacato degli infermieri italiani, Nursing Up, ha lanciato l’allarme sulla carenza di personale nella sanità piemontese. Il timore della sigla sindacale è che l’accelerata della Regione sul tavolo tecnico per quantificare il reale fabbisogno del personale celi in realtà la volontà di spalancare le porte alle esternalizzazioni. Sullo stesso tema è concentrato anche il Ministero che insieme ai sindacati sta tracciando una serie di linee guida. La “fretta” della Regione Piemonte è quindi vista con sospetto da Nursing Up che teme una nuova programmazione sanitaria sottomessa ai numeri del bilancio anziché incentrata sulla necessità dei cittadini di avere una sanità d’eccellenza. Il sindacato degli Infermieri Italiani si è quindi detto pronto a ogni azione per opporsi a decisioni che possano spalancare le porte alle esternalizzazioni “quando la vera necessità è invece di assumere, attingendo anche dalle grandi sacche di disoccupazione che attanagliano purtroppo anche gli infermieri”.  

 

Di seguito il comunicato integrale del Nursing Up Piemonte

Il calcolo del reale fabbisogno del personale nella sanità, che in questi giorni tiene banco in Regione, temiamo nasconda la volontà di iniziare a esternalizzare. Ciò in barba alle linee guida nazionali, anch’esse in prossimità di essere approvate al Ministero, a Roma, e alle reali necessità della sanità per la qualità dei servizi offerti alla persona, e solo per un calcolo e per necessità di bilancio. Perché se si nega la necessità di personale, stabilendo che quello che c’è nella sanità piemontese è sufficiente, non tenendo invece conto di tutte le occorrenze che si generano nella normale gestione di un sistema, si pensi al part time, ad esempio, a maternità e ad aspettative, tutto solo per non sforare il tetto di spesa e poi attingere così ad altre voci dei bilanci, come quelle di beni e servizi, per esternalizzare le prestazioni e i servizi che si erogano, il risultato sarà disastroso. E tutto solo per una mera operazione economica con decisioni che guardano ai bilanci, alle cifre, e non alla qualità dei servizi o alle persone che devono invece fruire degli ospedali. Ancora una volta nella programmazione sanitaria della Regione Piemonte non si mette al centro la persona ma solo la questione economica.

L’allarme lanciato dal sindacato Nursing Up sulla situazione del fabbisogno del personale in sanità è alto. E il sindacato degli Infermieri Italiani è pronto a ogni azione per opporsi a decisioni che possano spalancare le porte alle esternalizzazioni, quando la vera necessità è invece di assumere, attingendo anche dalle grandi sacche di disoccupazione che attanagliano purtroppo anche gli infermieri.   

“Solo la scorsa settimana siamo stati in Regione per parlare del fabbisogno di personale in sanità – spiegano Claudio Delli Carri, segretario regionale del Nursing Up, il sindacato degli Infermieri Italiani, assieme a Roberto Aleo, segretario provinciale di Torino del Nursing Up – e abbiamo chiaramente capito che la Regione vuole accelerare nella creazione di un tavolo tecnico che quantifichi il fabbisogno di tale personale, forse scavalcando il Ministero. Un’accelerazione strana visto che a Roma, al Ministero, è partito il tavolo tecnico sulla professione infermieristica, al quale sarà presente anche il Nursing Up, dove si definiranno le linee guida proprio sullo stesso tema. E sempre dal Ministero è arrivato anche il parere sugli orari di lavoro e su turni di riposo in cui è scritto nero su bianco della grave carenza di personale in sanità. Per questo non ci spieghiamo la fretta in Regione.

Noi crediamo che le linee guida che arriveranno dal Ministero saranno le uniche da seguire, perché non è possibile che ogni regione si faccia le sue regole. Per questo invitiamo la Regione a riflettere sui passi che sta compiendo. In nessun caso sarà accettabile un documento in cui non sia chiara la necessità di assumere per far funzionare al meglio gli ospedali che oggi sono ancora in difficoltà. Se il famoso buco in sanità non c’è più, o è stato ripagato, allora la Regione appronti ora un piano di assunzioni che tenga conto delle reali necessità dei cittadini di avere una sanità d’eccellenza. E non pensi di giocare la carta delle esternalizzazioni”.

“La necessità di seguire le linee guida del Ministero – aggiunge Aleo – è chiara. Non si può pensare di avere una sanità di un certo tipo, magari al Sud e una completamente diversa in altre regioni, magari al Nord. Un paziente per le stesse patologie deve sapere di poter esser curato allo stesso modo, con la stessa eccellenza ovunque nel Paese”.

“È l’obiettivo che è sbagliato – conclude Delli Carri – Nel senso che nella programmazione della Regione ancora una volta si intravvede l’unico fine di far tornare i conti, di sottostare alle leggi del soldo e dei bilanci. La sanità invece deve avere come obiettivo centrale la persone, il benessere del paziente. Il servizio sanitario deve offrire eccellenza perché si tratta di una partita giocata sulla salute e sulla vita della gente. E l’eccellenza la si raggiunge con personale infermieristico che opera nei giusti orari, nel giusto numero, con il supporto di un adeguato numero di operatori come gli Oss, perché ognuno possa dare il massimo nel proprio ruolo. Le persone non sono cifre o numeri e l’esternalizzazione non farebbe che acuire il problema demolendo la qualità dei servizio erogati”.

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