Autore Redazione
sabato
6 Marzo 2021
08:01
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Cronaca - Piemonte

Covid in Piemonte: la differenza tra zona arancione e zona arancione scuro

Covid in Piemonte: la differenza tra zona arancione e zona arancione scuro

PIEMONTE – Il Piemonte rimane arancione ma si divide tra zone scure e chiare. Questo quanto stabilito dalla Regione che ha adottato maggiori restrizioni a seconda dell’andamento della diffusione dei contagi del coronavirus all’interno del territorio. Ne è nato così un Piemonte spaccato in due e di due differenti colori: da una parte la zona arancione tradizionale, che riguarda prevalentemente la zona orientale della regione (compresa quindi la provincia di Alessandria) e dall’altra la zona più occidentale e che riguarda in particolare Cuneese, Torinese e il VCO.

Ma quali sono le differenze di quelle che il Governo nell’ultimo Dpcm ha chiamato zone di fascia di rischio 1 e zona di fascia di rischio 2? La prima differenza sta nelle scuole. Nelle zone arancione scuro tutti gli istituti di ogni ordine e grado resteranno chiusi con obbligo di didattica a distanza al 100% per tutti. Al contrario nelle zone arancioni tradizionali la Dad sarà attivata solo per le scuole superiori e per gli studenti di seconda e terza media: resteranno così in presenza asili, elementari e le classi prime delle medie.

In tutta la regione viene invece istituito il divieto d’accesso alle aree gioco e alle aree skateboard. Cambia anche la modalità di ingresso nei negozi consentita a una sola persona alla volta per nucleo familiare ad esclusione di minori e i disabili a carico. Infine il consiglio da parte della Regione è quello di prediligere la consegna a domicilio dei pasti piuttosto che l’asporto.

Stretta anche sugli spostamenti: nelle zone denominate fascia di rischio 1 ci si può muovere liberamente all’interno del Comune ed è attiva la deroga per spostamenti tra piccoli Comuni fino a 5.000 abitanti anche se non verso i capoluoghi. Al contrario nelle zone di fascia di rischio 2 sono vietati tutti gli spostamenti non comprovati dai canonici motivi di urgenza, salute, necessità e lavoro. Restano invece attivi sino al 27 marzo 2021 il divieto di uscire dalla Regione. Il ritorno al proprio domicilio è sempre consentito.

In entrambe le zone restano aperti i negozi e i centri commerciali le cui gallerie vengono però chiuse nei giorni prefestivi e festivi fatta eccezione di edicole, farmacie, parafarmacie, tabaccai e alimentari. Possono svolgere il loro lavoro parrucchieri, barbieri e centri estetici. Per quanto riguarda la ristorazione, bar e ristoranti restano chiusi ed è possibile solo l’asporto (sino alle 22 per i ristoranti e 18 per i bar) o la consegna a domicilio. Tuttavia “si raccomanda fortemente, per le attività di ristorazione, la vendita con consegna a domicilio in luogo dell’asporto. Le attività dei servizi di ristorazione (fra cui, a titolo esemplificativo, bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) è consentita per il solo asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze. La consegna a domicilio resta sempre consentita”.

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